Leonardo

Fascicolo 1


in "Schermaglie"
Guido Mazzoni
Articolo senza firma
(attribuito a Gian Falco (Giovanni Papini))
p. 8


p. 8




Guido Mazzoni — ha parlato nel Giornale d'Italia (31 dicembre) dei giovini contemporanei e, dopo aver fatto con imitabile immodestia, l’apologia della sua generazione, s’è degnato di citare alcuni passi del nostro programma, come indizio delle presenti tendenze della giovinezza. Disgraziatamente, questa volta, l’erudito professore non ha avuta la mano felice e, forse per mancanza di documenti inediti, non ha ben compreso nè il nostro carattere nè le nostre idee. Siccome par ch’egli intenda per giovini soltanto gli studenti d’università, autolaudanti fabbricatori di tesi, gli diremo che nessuno, o quasi, di noi ha l’onore di sedere o aver seduto sulle auguste panche universitarie. In questa tumultuosa battaglia d’intelletti ch’è la vita moderna noi siamo dei volontari, degli irregolari e non reclute bollate e registrate. E non sempre, dice la storia, la disfatta è dei primi Inoltre lo informiamo che non siamo i soliti adoratori della Bellezza (col B maiuscolo) perchè al disopra dell’opera d’arte poniamo quella di pensiero e ci piace più esser pensatori che esteti. Noi abbiamo soprattutto un programma filosofico, piuttosto che artistico, e quella frase ch’egli cita sulla filosofìa considerata come personal modo di vita, racchiude un’intera concezione del pensiero che sfugge necessariamente a un puro letterato e dilettante di storia dell’arte, ch’è abituato a vedere il sommo delle cose umane in una ballata del dolce stile e in una tavola del quattrocento. Il chiaro professore ci accusa di aver cucinato Leonardo in salsa-piccante. E di questo ci gloriamo. Ognuno vede ne’ grandi il lato che più ama e desidera, e noi abbiamo voluto vedere nel meraviglioso uomo di Vinci soprattutto l’individuo sdegnoso, il cercatore universale, il pensatore profondo e il creatore di opere belle. Noi non pretendiamo, almeno per ora, di far dell’esegesi leonardesca ma semplicemente volemmo prendere un nome bello e famoso come simbolo e come stendardo. Del resto il Prof. Mazzoni confessa che gli riesce sempre più difficile l’intendere i giovini. Ma per coloro che non intèndono le idee nuove sono aperte più vie: quella, per esempio, di spolveratori di parole vecchie.


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